Segnatura: AC.LEOPARDI.GIACOMO, pagina 075 - AC.LEOPARDI.GIACOMO
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Recanati 8 dicembre 1820.
Mio carissimo.
Ricevo la graditissima vostra 29 novembre.
Che dirò delle vostre sventure, se non che mi attristano al=
meno al pari di voi? Ben vi prego con tutto il cuore a farvi
coraggio; e considerava che le calamità sono la sola cosa
che vi convenga, essendo virtuoso: tanto che se io non
sapessi delle vostre disgrazie, me le immaginerei spon=
taneamente, sapendo che voi siete un degno e stimabi=
le uomo. Chi sa che una volta non possiamo conver=
sare insieme, e consolarci, se non altro colla compa=
gnia delle sventure, e il contraccambio della compas=
sione?
Della dedica vi ringrazio cordialmente, e dal can=
to mio vi prego quanto posso, a proseguire la vostra
bella impresa; se anche non si potesse ristampare il
Penegirico, siccome è opera abbastanza voluminosa, e
può far corpo da se medesima, così non vorrei che per
ciò desisteste dal vostro disegno. Ricevei la lettera di Gior=
dani 5 Novembre, e gli risposi il 20. Fate ch'ei lo sap=
pia, se mi volete bene. Scrivendo al conte Trissino, favo=
il 13 e il 23 d'ottobre, che non so se le poste abbiano
risparmiate quelle lettere.
Della traduzione latina della mia Canzone, cre=
dere che facilmente che la notizia che voi me ne date,
è la prima che ne sento. Ne farete, quanto a me, quel=
lo che vi piacerà; giacchè non si tratta di una traduzio=
Mio carissimo.
Ricevo la graditissima vostra 29 novembre.
Che dirò delle vostre sventure, se non che mi attristano al=
meno al pari di voi? Ben vi prego con tutto il cuore a farvi
coraggio; e considerava che le calamità sono la sola cosa
che vi convenga, essendo virtuoso: tanto che se io non
sapessi delle vostre disgrazie, me le immaginerei spon=
taneamente, sapendo che voi siete un degno e stimabi=
le uomo. Chi sa che una volta non possiamo conver=
sare insieme, e consolarci, se non altro colla compa=
gnia delle sventure, e il contraccambio della compas=
sione?
Della dedica vi ringrazio cordialmente, e dal can=
to mio vi prego quanto posso, a proseguire la vostra
bella impresa; se anche non si potesse ristampare il
Penegirico, siccome è opera abbastanza voluminosa, e
può far corpo da se medesima, così non vorrei che per
ciò desisteste dal vostro disegno. Ricevei la lettera di Gior=
dani 5 Novembre, e gli risposi il 20. Fate ch'ei lo sap=
pia, se mi volete bene. Scrivendo al conte Trissino, favo=
il 13 e il 23 d'ottobre, che non so se le poste abbiano
risparmiate quelle lettere.
Della traduzione latina della mia Canzone, cre=
dere che facilmente che la notizia che voi me ne date,
è la prima che ne sento. Ne farete, quanto a me, quel=
lo che vi piacerà; giacchè non si tratta di una traduzio=