Segnatura: AC.LEOPARDI.GIACOMO, pagina 087 - AC.LEOPARDI.GIACOMO

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Trascrizioni automatiche (Shi_Deformable_VGG11)

Recanati 22 Giugno 1821.
Mio Caro. La vostra ultima mi ha riempito di dolore e di
compassione. Vi aspettereste voi ch'io predicassi il coraggio e la confidenza?
E pur sì: anzi voglio che stiate di buon animo e confidiate. Colui che disse
che la vita dell'uomo è una guerra, disse almeno tanto gran verità nel senso
profano quanto nel sacro. Tutti noi combattiamo l'uno contro l'altro, e com=
batteremo fino all'ultimo fiato, senza tregua, senza patto, senza quartiere.
Ciascuno è nemico di ciascuno, e dalla sua parte non ha altri che se stesso. Ec=
cetto quei pochissimi che sortiscono le facoltà del cuore, i quali possono aver
dalla loro parte alcuni di questo numero: e voi sotto questo rispetto siete
superiore a infiniti altri. Del resto o vinto o vincitore, non bisogna stancarsi
mai di combattere, e lottare, e insultare e calpestare chiunque vi ceda anche
per un momento. Il mondo è fatto così, e non come ce lo dipingevano a noi
poveri fanciulli. Io sto qui, deriso, sputacchiato, preso a calci da tutti, menando
l'intera vita in una stanza, in maniera che, se vi penso, mi fa raccapricciare.
E tuttavia m'avvezzo a ridere, e ci riesco. E nessuno trionferà di me, finchè
non potrà spargermi per la campagna, e divertirsi a far volare la mia cenere
in aria. Io vi prego con tutto il cuore a farvi coraggio, non perchè non senta
le vostre calamità, chè le sento più delle mie: bensì perchè credo che questa
vita, e questo uffizio di combattere accanitamente e perpetuamente, sia stato desti=
nato all'uomo e ad ogni animale dalla natura.
Scrissi al nostro Giordani, a' 18 di questo, a Milano. Vedrò se
le mie lettere verso quella parte hanno miglior fortuna. Mi scriveste mesi
fa di una traduzion latina della mia Canzone al Mai, della quale non
ho avuto altra notizia nè prima nè dopo. Se ancora l'avete, vorrei divertirmi
un poco a vedere come sono stato inteso, e mi fareste piacere a mandarmela
per la posta. Non uscirà certo dalle mie mani. Datemi qualche notizia della
vostra edizione. Della gonfiezza di stile nel vostro Babini, io non mi accorgo,
anzi mi par molto castigato. Amami, caro Brighenti, e ridiamo insieme alle
spalle di questi coglioni che possiedono l'orbe terraqueo. Il mondo è fatto
al rovescio come quei dannati di Dante che avevano il culo dinanzi e le spalle
il petto di dietro; e le lagrime strisciavano giù per lo fesso. E ben sarebbe più ridico=
lo il volerlo raddrizzare, che il contentarsi di stare a guardarlo e fischiarlo. Il tuo Leopardi.