Segnatura: AC.LEOPARDI.GIACOMO, pagina 099 - AC.LEOPARDI.GIACOMO

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Trascrizioni automatiche (Shi_Deformable_VGG11)

Roma 4 del 1823
Caro amico. Siete pur memore delle offese, e non volete lasciarne passar
una senza rappresaglia. Vi doleste mesi fa del mio lungo silenzio; avevate
ragione; vi risposi subito pregandovi a perdonarmi e scrivermi, ma voi mi
avete voluto punire, e tacere. Lasciando gli scherzi, io son qui da circa
un mese, e ci starò tutto l'inverno. Desidero infinitamente aver notizia
di voi, e vi scongiuro a darmene. Vi prego ancora quanto più posso a
darmi nuova di Giordani, del quale non so più nulla, da quando tornò
dalla Svizzera in poi. Gli ho bensì scritto più d'una volta, benchè inutil=
mente. Arrivato a Roma, ho inteso con sommo dispiacere dagli amici
suoi, che da quell'epoca in qua, neanch'essi ne sapevano più niente.
Gli sono tornato a scrivere, sperando che le lettere di qua dovessero andar
meglio che quelle di Recanati, ma non ho avuto risposta. Vi prego con tutto
il cuore e vi supplico a dirmi qualche cosa di lui. So che avete spedito
a Recanati un nuovo tomo delle sue opere, pel quale vi son debitore
di paoli sei. Rispondendo all'ultima vostra, vi mandai franci per la po=
sta la somma corrispondente al mio debito d'allora. Desidero intendere
che l'abbiate ricevuta. Quantunque io mi trovi in Roma, avrò piacere
che gli altri volumi delle opere Giordani che debbono uscire, siano spediti
a Recanati come per l'addietro. Consolami, caro amico, d'una tua risposta,
e voglimi bene, assicurandoti ch'io sono sempre verso di te quello di prima,
cioè caldissimo e costantissimo amico. Se qui o dovunque ti posso servire
in qualche cosa, comandami e adoprami come adopreresti te medesimo: e in
qualunque caso credimi
Il tuo Leopardi.