Segnatura: AC.LEOPARDI.GIACOMO, pagina 137 - AC.LEOPARDI.GIACOMO

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Trascrizioni automatiche (Shi_Deformable_VGG11)

Recanati 22 Novembre 1824.
Ricevetti, caro Amico, la vostra amorosissima dei cinque, nella quale immagino
che vogliate scherzare quando mi fate tante parole sopra quella bagattella dell'Errata,
della quale assolutamente io non vi avvertii, se non per iscusarmi con voi di una negli=
genza o pigrizia apparente, che in vero sarebbe stata eccessiva. Del resto, che sia stato
stampato nell'una forma o nell'altra, non è cosa di nessun momento.
Molto mi compiaccio d'intendere i vostri sentimenti romanzeschi, nei quali io vi
avrei tenuta compagnia qualche anno fa, ed ora non dispero di non tornare ancora a par=
teciparne, perchè mi pare che la mia mente vi si disponga di nuovo. In somma io
godo assai che abbiate goduto in quei luoghi vostri cari. Certo le ricordanze della fanciul=
lezza sono sempre grate, ma il caso si è che chi non si muove mai dal suo nido, come
sono io, non può provare di questi diletti in quanto ai luoghi; e però consolatevi, che
se non foste per l'ordinario assente da quel sito, non avreste piacere alcuno in veder=
lo. A me per lo meno così accade.
Non ho termini da ringraziarvi abbastanza delle tante e tanto affettuose e=
spressioni e proteste che mi fate. Quanto alle esibizioni, vedete bene che già da più
anni non manco di profittare e forse abusare della vostra cordialità. Vorrei pur che gli
uffici fossero comuni, e che mostraste qualche volta di ricordarvi che anch'io sono amico vero,
e vi amo di cuore e non a parole, onde mi comandaste qualche cosa.
Se poteste darmi qualche notizia del modo in cui sono state accolte le mie Can=
zoni costì, e di quello che cotesti letterati ne pensano, lo avrei caro. Credo che o non ne avran=
no fatto caso nessuno, o poco di bene ne avran detto, e così raccolgo dal vostro silenzio sopra
ciò. Ma anche il male che ne abbiano detto, scrivetemelo pure, se non vi è grave, sincerissi=
mamente; chè io sono sempre vogliosissimo d'intenderlo, e dispostissimo a profittarne, se non altro
per lasciare il mestiere, in caso disperato.
Addio, caro e prezioso amico. Spero che mi darai qualche nuova di Giordani,
al quale ti ringrazio dell'aver mandato la mia lettera. Ti abbraccio, e sono tutto tuo
Leopardi