Segnatura: AC.LEOPARDI.GIACOMO, pagina 159 - AC.LEOPARDI.GIACOMO

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Recanati 7 Marzo 1827
Mio carissimo. Ti sono veramente gato dei volumi del Monti, i quali accetto come
tuo puro e grazioso dono, non come premio delle ridicole cure date da me a quella edizione; le
quali mi sarebbe stato assai caro di poter continuare sino alla fine. Riterrai quanto potrà mai
piacerti i due volumi prestati: se fossero miei (che sai già che non sono) intendi bene che non do=
vresti pensare di rimandarli mai. Non mancherò di fare il possibile per divulgare in queste parti i
tuoi manifesti. Quando mi scrivi, dimmi che mezlo hai usato per mandarmi il pacco, acciocchè
io possa farne ricerca, occorrendo. Ho avuto molto caro d'intendere del legato fatto a favove
del buon Pepoli. Se lo vedi, non dimenticare di salutarlo tanto tanto a mio nome; e così Mar=
chetti. Mi è dispiaciuto, per cagion tua, di sentire della ristampa di Firenze. Crederei però che
non dovesse portarti gra pregiudizio, per due ciorcostanze: 1 che chi ha comprate le Canzoni, con
vorrà ricomprarle, e piuttosto piglierà il tuo libretto, 2 che in Lombardia, dove le canconi non
possono entrare, il libro di Firenze non entrerà, e i Versi entreranno. Se questa rintampa è vera,
fammi il favore di proccurarmene una copia per conto mio, e spedirmela p. la posta al più presti.
Allora io non ricuserò di fare quello che possa tornare in tuo vantaggio, circa il dolermi nei Giornali.
Parleremo della edizione delle mie cose, quando saremo insieme, che sarà certamente (se ostacoli ui
preveduti non m'impediscone) poco dopo Pasqua. Ti spedisco oggi pr la posta uno seudo, che vorren
che tu mi facessi grazia di mandare all'editore del giornaletto Fecati, arti e letteratura di costì,
per un semestre di associazione a quel foglio; che egli potrà spedi dirigere pacessivamente a mio
padre Monaldo Leopardi. Paolina, che ama queste coglionerie, è causa ch'io ti dia questa
briga. Da Milano mi scrivono che cotesta Marchesina lambeccari, a cui per tuo mezzo feci
tenere una copia delle Canzoni da spedirsi a Milano, ha scritto colà di non aver ricevuto da
me nulla. Mi pregano d'informarmi. Se non ti è troppo molesto, e se hai qualche momento di
odzio; vedi di schiarirmi questa faccenda in modo che l'Abt. Michele Vannucci, in casa D'Ada
a Milano abbia quella benedetta copia. Tanti e poi tanti saluti atta tua famiglia amabilis=
sima. Cardinali passò ultimamente di qua; e non mi vide, perchè gli dissero ch'io non era visibi=
le. Questi coglioni mi credono invisibile, perch'io non voglio veder gli animali loro pari. Addio,
mio carissimo;i voglimi sempre bene, ch'io t'amo al solito, cioè con tutto il mio cuore.
Il tuo Leopardi