Segnatura: AC.LEOPARDI.GIACOMO, pagina 067 - AC.LEOPARDI.GIACOMO

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Trascrizioni automatiche (Shi_Deformable_VGG11)

Recanati 28 Agosto 120.
Mio Carissimo. Mi rincresce molto il nuovo incomodo di salute
che vi molesta. Abbiatervi riguardo, e un'alltra volta secondate meno le
brigate, e Leno v'imvitano al bagno, rispondete come quella Signora in=
glese inritata alla caccia della tigre, dove avea già corso un gran peri=
colo, ci sono stata..
Quanto alla cattedra di Bologna, vi dico che non avete idea di
mio padre. Non c'è affare che lo interessi così poco, quanto quelli che
lo riguardano. Non vuol mantenermi fuori di qui a sue sole spese, ma
non moverebbe una paglia per proccurarmi altrove un mezzo di sussi=
stenza che mi togliesse da questa disperazione. Non ho dubbo di ottene=
re il suo consenso a cose fatte, ma sarebbe più facile di smuovere una
montagna, che d'indurlo a fare egli stesso qualche cosa per me. Que=
sta sua strana indolenza e conosciuta, ammirata, e dimostrata da milio=
ni di sperimenti. Tuttavia favorite di dirmi qual sia l'emolumento di
cotesta cattedra, e da chi dipenda principalmente il conferirla.
Dite benissimo dei nobili, che sono il corpo morto della società. Ma
pur troppo io non vedo quale si possa chiamare il corpo vivo oggidì,
perchè tutte le chassi sono appestate dall'egoismo distruttore di tutto
il bello e di tutto il grande; e il mondo senzo entusiasmo, senza
magnanimità di pensieri, senza nobiltà di azioni, è cosa piuttosto
morta che viva.
Dell'Ab. Farini mi parlò anche Giordani cone molta lode. F
temi il picere oditemi il nome di quello che ricevè la mia Canzone,
e del quale dovrei disprezzare le ciarle. E vorrei sapere se mi
scrivete questo in genere,  perchè abbia parlato sinistramente di me,
ed in che modo. Vi dico sinceramente ch'io non credo d'incontrare o
di o nimicizie, perchè queste si eserciteno cogli uguali, e nessuno