Segnatura: AC.LEOPARDI.GIACOMO, pagina 097 - AC.LEOPARDI.GIACOMO
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Carissimo Zio
Voi mi permetteste d'annoiarvi colle mie lettere, ed io
mi prevalgo di questa licenza, e vi scrivo. Desidero grandemente
di ricevere le vostre nuove, e soprattutto di ricevere da voi medesi=
mo. Come vi tratta l'inverno di Recanati? Quello di Roma, fino=
ra, appena si è potuto chiamare inverno. Ma ieri ed oggi il
vento di tramontana ha fatto sentire per la prima volta un poco
di freddo, benchè il tempo sia bellissimo. Nuove non vi sono, eccetto
la promozione d'otto Prelati al Cardinalato, che avrete già intesa.
I promossi sono Pallotta, Odescalchi, Orfini, Serlupi, Guerrieri: degli
altri tre non mi ricordo. Io sto benissimo, e mi diverto sino a
un certo segno. Vorrei sentire altrettanto di voi. Caro Zio, cre=
detemi ch'io v'amo di tutto cuore, e che le distrazioni di Roma
non m'impediscono d'avervi presente alla memoria. Avrei voluto
scrivervi prima, ma io posso disporre di poco tempo, perchè ad
ogni momento, ora questo ora quello mi viene a prendere in casa,
e tutta la giornata si consuma in girare e vedere. Abbiate cura
della vostra salute, ve ne prego con tutta l'anima, e s'è possibile,
distraetevi, che la distrazione è la miglior medicina per voi e per
me. Vogliatemi bene, caro Zio mio, e se potessi servirvi in qualche
cosa, comandatemi. Vi bacio la mano e mi protesto
vostro affettuosissimo e obbligatissimo nipote
Roma 14 Decembre 1822.
Giacomo
Voi mi permetteste d'annoiarvi colle mie lettere, ed io
mi prevalgo di questa licenza, e vi scrivo. Desidero grandemente
di ricevere le vostre nuove, e soprattutto di ricevere da voi medesi=
mo. Come vi tratta l'inverno di Recanati? Quello di Roma, fino=
ra, appena si è potuto chiamare inverno. Ma ieri ed oggi il
vento di tramontana ha fatto sentire per la prima volta un poco
di freddo, benchè il tempo sia bellissimo. Nuove non vi sono, eccetto
la promozione d'otto Prelati al Cardinalato, che avrete già intesa.
I promossi sono Pallotta, Odescalchi, Orfini, Serlupi, Guerrieri: degli
altri tre non mi ricordo. Io sto benissimo, e mi diverto sino a
un certo segno. Vorrei sentire altrettanto di voi. Caro Zio, cre=
detemi ch'io v'amo di tutto cuore, e che le distrazioni di Roma
non m'impediscono d'avervi presente alla memoria. Avrei voluto
scrivervi prima, ma io posso disporre di poco tempo, perchè ad
ogni momento, ora questo ora quello mi viene a prendere in casa,
e tutta la giornata si consuma in girare e vedere. Abbiate cura
della vostra salute, ve ne prego con tutta l'anima, e s'è possibile,
distraetevi, che la distrazione è la miglior medicina per voi e per
me. Vogliatemi bene, caro Zio mio, e se potessi servirvi in qualche
cosa, comandatemi. Vi bacio la mano e mi protesto
vostro affettuosissimo e obbligatissimo nipote
Roma 14 Decembre 1822.
Giacomo