Segnatura: AC.LEOPARDI.GIACOMO, pagina 135 - AC.LEOPARDI.GIACOMO
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Recanati 15. Ottobre 1824.
Carissimo Amico. Tardi rispondo alla gratissima vostra dei 7 Settembre, dove mi
dicevate di essere sul punto di allontanarvi da costì per qualche tempo. Ora vi suppon=
go tornato, e che abbiate goduto delle dolci ricordanze della fanciullezza nei luoghi che
mi nominavate. Sarebbe stata una somma indiscretezza la mia, se avessi voluto gravarvi
della fatica di fare il modello dell'Errata per le mie Canzoni, tanto più che a me
non costava nulla il farlo, avendo le mani in pasta. Ma la intenzione mia fu che l'
Errata si stampasse nè più nè meno secondo la forma in cui ve lo aveva mandato io,
la qual forma è usata nelle buone edizioni antiche, e mi pare plausibile e comoda
per risparmiare la bruttezza di quelle lunghe liste di errori disposti in colonne. Questa
fu la cagione per cui non vi mandai altro modello, del che dovete perdonarmi, perchè non
fu effetto di negligenza, come altrimenti vi dovrebbe parere. Avrò caro di saper qualche
cosa delle 50 copie che mi diceste volermi spedire, delle quali dalla vostra dei 7 Settem=
bre in qua, non ho avuto alcuna notizia. Di Giordani, se ne sapete nulla, datemi qualche
nuova, vi prego. Gli ho scritto lungamente a Firenze, ma non ho risposta. Amatemi e
parlatemi di voi e della vostra salute. Io v'amo secondo il solito, cioè con tutto il mio cuore,
e desidero ardentemente di vedervi. Chi sa? non perdo ancora la speranza. Addio, addio.
Carissimo Amico. Tardi rispondo alla gratissima vostra dei 7 Settembre, dove mi
dicevate di essere sul punto di allontanarvi da costì per qualche tempo. Ora vi suppon=
go tornato, e che abbiate goduto delle dolci ricordanze della fanciullezza nei luoghi che
mi nominavate. Sarebbe stata una somma indiscretezza la mia, se avessi voluto gravarvi
della fatica di fare il modello dell'Errata per le mie Canzoni, tanto più che a me
non costava nulla il farlo, avendo le mani in pasta. Ma la intenzione mia fu che l'
Errata si stampasse nè più nè meno secondo la forma in cui ve lo aveva mandato io,
la qual forma è usata nelle buone edizioni antiche, e mi pare plausibile e comoda
per risparmiare la bruttezza di quelle lunghe liste di errori disposti in colonne. Questa
fu la cagione per cui non vi mandai altro modello, del che dovete perdonarmi, perchè non
fu effetto di negligenza, come altrimenti vi dovrebbe parere. Avrò caro di saper qualche
cosa delle 50 copie che mi diceste volermi spedire, delle quali dalla vostra dei 7 Settem=
bre in qua, non ho avuto alcuna notizia. Di Giordani, se ne sapete nulla, datemi qualche
nuova, vi prego. Gli ho scritto lungamente a Firenze, ma non ho risposta. Amatemi e
parlatemi di voi e della vostra salute. Io v'amo secondo il solito, cioè con tutto il mio cuore,
e desidero ardentemente di vedervi. Chi sa? non perdo ancora la speranza. Addio, addio.